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A distanza di pochi giorni dal nostro intervento di cui alla nota 51 in allegato, la scrivente Organizzazione Sindacale è costretta nuovamente ad intervenire, poiché forti sono le nostre preoccupazioni considerati i numerosi segnali di superficialità e atteggiamenti di governo poco responsabili, da parte di alcune direzioni penitenziarie della regione. Rispettare in questo preciso momento i più elementari requisiti di tutela e sicurezza del personale tutto, e di chi in carcere vi dimora, significa sostanzialmente abbattere la possibilità di diffusione del contagio all’interno dei penitenziari. Purtroppo, a tutt’oggi registriamo ritardi nell’impiego mediante più manodopera detentiva per pulizie straordinarie e disinfezione ciclica di tutti gli ambienti e con prodotti specifici, come altresì abbiamo chiesto l’utilizzo di macchinari tecnologici per le attività di pulizia, non essendo più possibile continuare ad usare “secchi e stracci” in ambienti penitenziari per la maggior parte insalubri. Inoltre ancora ritardi e totale assenza nella sanificazione degli ambienti interni ed esterni agli istituti penitenziari da parte di ditte specializzate. Altresì, abbiamo chiesto l’acquisto di mascherine in numero adeguato e a norma, per tutti i dipendenti divisi in ogni turno, compreso quel personale che deve assolvere ad invii immediati e ricoveri dei detenuti presso gli ospedali ad elevato rischio d’esposizione. Scarsa inoltre risulta essere la fornitura di guanti monouso e gel antisettico, oppure sapone con specifici dosatori, anche quest’ultimi indispensabili per ogni luogo di lavoro e che andrebbero regolarmente sostituiti alla loro consumazione. Ancora oggi, mancano protocolli sanitari ufficiali e condivisi tra Sanità e Amministrazione Penitenziaria, specifici per gli istituti penitenziari, come mancano altresì aspetti operativi di come agire in caso di sospetto coronavirus all’interno di ogni direzione penitenziaria. Molti cittadini in questi giorni si stanno attenendo alle disposizioni del governo centrale, facendo enormi sforzi personali ed anche economici, per cui evitare il contagio nelle nostre carceri in questo momento, significherebbe contribuire anche noi responsabilmente affinché sia sconfitta la pandemia del virus Covid-19. Nel rammentarvi che adesso bisogna agire, desideriamo attirare la vostra attenzione e responsabilità, tenuto conto che nelle strutture penitenziarie Toscane e Umbre gravitano circa cinquemila operatori di polizia e sanitari, per la tutela dei quali bisogna mettere in campo azioni immediate e straordinarie. In attesa di avere rassicurazioni a quanto sopra segnalato, si inviano cordiali saluti.

Quanto accaduto in questi pochi giorni a messo a dura prova tutto il reparto di Polizia Penitenziaria degli istituti di Firenze, Prato e Pisa, il quale con professionalità e sacrificio anche familiare (chiusura scuole) ha saputo gestire, per ora, una situazione di gravissima criticità operativa. Ovviamente, il contagio di un allievo agente nella sede fiorentina deve necessariamente interrogare le SS.LL. affinché si possa affrontare questa sfida, con senso di responsabilità attuando tutte quelle misure di tutela e protezione della salvaguardia della salute dei dipendenti anche straordinarie onde evitare il peggio. Di conseguenza, questa Organizzazione Sindacale, ritiene indispensabile che sia attivato immediatamente il triage, con personale sanitario, predisposto e mai funzionante in alcuni istituti penitenziari dal giorno del montaggio delle tendostrutture, siano sanificati tutti gli ambienti degli istituti, il personale sia datato dei D.P.I sufficienti per il numero del personale che accede ogni giorno in istituto e siano implementati i detenuti lavoranti in tutti gli ambienti, poiché molti istituti si presentano in uno stato pietoso, pessimo e insalubre e che a oggi nessuna azione di prevenzione straordinaria dopo gli eventi è stata messa in atto sulla salubrità dei luoghi di lavoro, è necessario investire immediatamente in tecnologia avanzata per le pulizie degli ambienti e bisogna dare assistenza al personale accasermato posto in quarantena. Noi come Organizzazione Sindacale vorremmo non ricevere più disposizioni e ordini di servizio sul coronavirus, poiché dai vari coordinamenti provinciali, ci giungono notizie che essi sono vuoti di una concretezza decisionale operativa qui ci sono due enormi problemi uno è la sicurezza degli istituti penitenziari con tutte le sue deficienze e l’altro è la tutela sanitaria che più delle volte sono in contraddizione rispetto ai protocolli. Gentili Sig.ri, questo è il momento del fare, lasciando da parte bilanci contabili e ragionieristici anteponendo sentimenti umani, poiché la tutela e la salvaguardia degli individui come la loro salute, è un bene primario e voi siete chiamati a questa responsabilità in armonia e coscienza, non essendone immuni al contagio. Il nostro apporto come organizzazione sindacale in questo momento è incondizionato e dobbiamo lavorare per il bene di tutti, ci sarà tempo e modo per le analisi e la ricerca di precise responsabilità di alcune cose che non vanno assolutamente per il verso giusto.