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Gentile Provveditore, nel prendere atto della sua nota DAPPR 0004294.U del 25.01.2023, non possiamo che esprimerLe ancora una volta il nostro disappunto, ritenendo il suo agire l’ennesimo tentativo incomprensibile e burocratico di giustificarsi rispetto ad una serie di mancanze normative e contrattuali di questi mesi.

A distanza di quasi due anni dal suo insediamento possiamo affermare che la situazione sulle relazioni sindacali in termini sia di qualità che di innovazione degli accordi ha toccato livelli davvero bassissimi come mai si era visto negli ultimi venticinque anni.

L’assenza di azioni autorevoli e di partecipazione delle organizzazioni sindacali in questi mesi ha avuto come conseguenza, l’individuazione di interlocutori diversi dall’amministrazione penitenziaria come, ad esempio i vari prefetti delle maggior province, oppure consigli comunali, raffreddamento di conflitti nelle sedi taluni mai convocati, ecc., evidenziando e certificando quanto ormai l’amministrazione penitenziaria regionale sia alquanto distante sia nei riguardi delle tematiche di interesse del personale di Polizia che su quelle che coinvolgono la gestione ed il governo della popolazione detenuta (i dati degli eventi critici e dei morti sono un indice di misura).

Tante promesse, tante parole, fiumi di scritti a cui non sono poi seguiti fatti risolutivi concreti e così il risultato è un distretto regionale in ginocchio sotto ogni profilo.

Ci siamo ritrovati così ad avere direzioni di istituti che si sostituiscono al provveditorato, in completa autodeterminazione, lasciate libere di interpretare secondo il proprio interesse con analisi e paragoni anche su altri istituti, ma quello che avversa sono le reiterate violazioni alle regole e accordi sindacali regionali che dal suo insediamento sono divenuti oramai carta straccia avendo ormai abdicato nell’azione di controllo di verifica e di garanzia del rispetto delle regole.

Segnali ambigui, mancata visione programmatica del futuro organizzativo funzionale a partire proprio dalla stessa organizzazione del PRAP Toscana-Umbria, certificano oggi il caos totale di un PRAP come ufficio ormai disarticolato.

Dove sono finiti il sostegno dei diritti dei lavoratori, la tutela della salute che passa anche attraverso postazioni di lavoro dignitose e salubri, dové la formazione e l’aggiornamento e dové il rispetto delle regole e le nostre prerogative, come informazione preventive, trasparenza nella comunicazione analisi dei problemi, ecc.

Le ricordiamo tutte CAR attivate e mai convocate. Analoga assenza è segnalata per quanto riguarda il comparto funzioni centrali una sola riunione in due anni con reiterate violazioni sulla mobilità interna al distretto nonostante un accordo siglato e vi sarebbero tante ed altre segnalazioni.

Sono passati diciassette mesi da quanto si è negata la presenza esterna al personale dei NTP nel distretto, ecco dopo diciassette mesi non è stato ancora in grado di sciogliere il problema della negazione del diritto lasciando alle direzioni che a sua volta le stesse indicano quale interlocutore il provveditorato e lei cosà fa !!! niente attende e osserva in modo passivo non risolve. Ma questo accade anche nello stesso PRAP ancora sta studiando per dare la presenza esterna a tutto il personale nonostante la presenza nell’ambiente di detenuti lavoranti e superiore a tre ore e questa va data a tutti indistintamente.

Il diritto e la tutela si attuano nel rispetto della dialettica tra amministrazione e sindacato e nel rispetto

delle regole e della prevista informazione ! disconosciute purtroppo proprio dal suo ufficio.

Personale nel distretto da mesi chiede di essere ascoltato/convocato dal suo ufficio ma anche su questo versante nessun segnale tracciando così un’amministrazione distante dai problemi che costoro vogliono esporLe.

Come organizzazione sindacale, in rappresentanza e difesa del personale, non possiamo rassegnarci a questo presente noi non molleremo di un centimetro la nostra azione prossima.

Desideriamo invece un futuro dove affermare la civiltà dei diritti e la dignità lavorativa. Non abbiamo bisogno di un provveditore che usi ‘pannicelli caldi’ o che rimandi e che cerchi rattoppi con continue dichiarazioni di ‘Road Map’ vuote d’intenti e senza un piano programmatico concreto. Dal 25 Gennaio che ha

mandato la nota da cui prendiamo spunto, ad oggi nessuna convocazione nessuna piattaforma niente di niente ed è questo che certifica il suo agire ....prendere tempo oppure anzi no una piattaforma l’ha inviata ieri che è davvero disorganica e che non mira a risolvere strutturalmente i problemi.

Vogliamo parlare anche del tema delle aggressioni al personale della polizia penitenziaria? Donne e uomini che rappresentano lo Stato e rischiano ogni giorno per garantire la sicurezza di tutti. Niente risulta essere stato fatto. L’unico strumento che avremmo potuto avere era l’osservatorio regionale ma, la sua funzione è stata praticamente vanificata dal momento che non è stato più convocato. Un’analisi regolare e specifica degli eventi, avrebbe portato alla luce i tanti problemi presenti nella gestione della popolazione detenuta e sui circuiti penitenziari e dell’agire di tanti direttori che guarda caso, per la maggior parte di essi non ha un protocollo di organizzazione del lavoro e laddove sottoscritto non è applicato e siccome manca un’azione di verifica è di controllo da parte dell’ufficio superiore PRAP tutto diventa relativo.

La vergognosa ed inaccettabile condizione degli Istituti in Toscana, non siamo stati solo noi a denunciarla ma è stata sintetizzata in modo chiaro dal Presidente della Corte di Appello di Firenze all’apertura all’annuale giudiziario 2023.

Pochi giorni fa altro, suicidio nel penitenziario Fiorentino sei persone morte in pochi mesi se nemmeno dinnanzi all’ennesima morte si avvia una seria analisi sulla conduzione di quella direzione, con seri provvedimenti allora aspettiamoci del peggio direbbe qualcuno forse perché alcune direzioni godono di immunità speciale.

La sua tranquillità dirigenziale in questa regione potrebbe produrre danni incommensurabili di difficile riparazione nel prossimo futuro.

Nella speranza che si sia sentito spinto quando si è parlato di carcere inumano dove ancora oggi i poliziotti sono costretti a lavorare tra topi, cimici ed al freddo, vorremmo capire perché il VISAG non sia intervenuto con prescrizioni, così come abbiamo richiesto attività ispettive e di controllo durante gli incontri con i prefetti e vorremmo altresì conoscere quali siano state le iniziative intraprese visto che la situazione con il tempo non cambia. .

Per restituire dignità e rispetto agli uomini ed alle donne della polizia penitenziaria non si può rimanere nel tempo indifferenti. La negazione dei diritti anche individuali, in nome della superiorità, lungi dal risolvere le controversie, opprimono i lavoratori e sfociano in gravissime ingiustizie, talune anche anticostituzionali.

Nel ripercorrere questi mesi del suo mandato non possiamo che esprimerLe oggi il nostro pensiero

critico.
Ovviamente ci attendiamo che cambi rotta e di essere convocati e di avere la piattaforma preventiva per il

nuovo Protocollo Interregionale Toscana Umbria, una piattaforma responsabile chiara e precisa sull’organizzazione del lavoro del PRAP Toscana Umbria, la convocazione di tutte le commissioni, compreso l’osservatorio sulle aggressioni ed infine che venga definita da subito la questione presenza esterna al personale dei NTP prima che sopraggiunga la giustizia amministrativa.

Porgendo cordiali saluti, si resta fiduciosamente in attesa.