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La scrivente O.S. ha appreso informalmente che presso la sede di Livorno, circa due settimane fa e in piena emergenza COVID-19, si sarebbe recato un utente sia per colloquio che per la firma delle prescrizioni per intraprendere la misura dell’affidamento.

In detta circostanza sia l’operatore della portineria, un appartenente alla polizia penitenziaria, che il funzionario di assistente sociale hanno avuto contatto con l’utente.

Si chiede pertanto, di conoscere le circostanze di quanto sopra e la profilassi adottata successivamente, poiché sembrerebbe che a distanza di pochi giorni l'utente di cui sopra sarebbe stato trovato positivo COVID-19 e che gli operatori al servizio di accoglienza non indossavano le mascherine di protezione.

La mancanza di mascherine sembrerebbe essere dettata da una esigua distribuzione e che quelle poche fornite siano pure quelle messe in forte discussione allo stesso ministro della giustizia provenienti dalla protezione civile.

Al fine di eliminare il rischio di contagio del personale operante nei servizi di accoglienza al pubblico, si chiedono urgenti spiegazioni e quali sono le misure e i protocolli messi in atto poiché sembrerebbero non essere stai mai formalizzati pue essendo essi obbligatori.

Pertanto, non avendo ricevuto come OO.SS. di categoria nessuna comunicazione inerente i provvedimenti datoriali obbligatori di cui al D.lgs. 81/2008 restiamo in attesa, sollecitandola anche al riscontro della precedente nota n.56 del 27.3.2020 anch’essa elaborata a salvaguardia e tutela sanitaria del personale.

In assenza di immediato riscontro procederemo ad investire per competenza il Prefetto di Pisa oltre all’autorità giudiziaria per violazione per le norme della sicurezza sui luoghi di lavoro.

 

 

 

 

 

Questa Organizzazione Sindacale, preso atto della nota 56 del 27.03.2020 deve premettere che nessuna disposizione è stata trasmessa alla scrivente e riprova ne è che gli atti sono giunti mediante posta elettronica solo in data 7 aprile 2020 e che le procedure operative inviate sono state elaborate con la data del 30.3.2020 per cui in netto ritardo alle disposizioni governative e ministeriali, mentre invece gli interventi dovevano essere tempestivi e immediati.

Detto ciò, nell’analizzare compiutamente poi la nota 56 restiamo ancora una volta attoniti dal modo in cui si conduce il distretto, sia per la tutela e la salute del personale, sia per quanto concerne l’organizzazione del lavoro, specialmente quella del comparto sicurezza.

Le misure in materia di gestione dell’emergenza covid-19 non debbono avere solo una finalità burocratica, che spaventa sempre di più in questo momento, né tanto meno trovare orientamenti giustificativi su altri soggetti c.d. collaboratori, ma bensì necessitano di responsabilità dirigenziale e datoriale nonché concretezza nel fare le cose ed anche strumenti fondamentali ai bisogni umani, che ancora oggi rileviamo essere insufficienti.

Condividiamo che la prevenzione dipende anche dal comportamento dei singoli, però riteniamo anche gravissimo il fatto che alcuni lavoratori nonostante siano stati autorizzati al lavoro agile sembrerebbero che facciano accesso alla struttura pubblica, in giornata non consentita.

Gentile direttore Lei comunica con una Organizzazione Sindacale che per serietà parla la sua storia per cui, noi possiamo anche sensibilizzare il personale, ma certamente non possiamo sostituirci alla dirigenza e ai suoi obblighi/doveri.

La prevenzione deve continuare, compresi i test sierologici al personale per cui la invitiamo ad aggiornare i protocolli e fornire immediatamente i DPI necessari, alla luce delle nuove disposizioni sia nazionali che Regionali, invitandola ad esplicitarle (tali disposizioni) negli atti che emana.

Molti Cordiali Saluti.

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Allegati:
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