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La scrivente Organizzazione Sindacale in data 03.11.2020, ebbe a sottoscrivere il protocollo in oggetto, nel quale il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria si impegnava a dare una serie di informazioni e rassicurazioni, compresi i protocolli locali.

Ebbene, nonostante le numerose richieste rispetto al contenuto del documento firmato tra le parti e le incessanti richieste di incontri, nessun cenno è mai pervenuto, dando un segnale di poca responsabilità rispetto ad un problema che tocca ancora in questi giorni, la salute e la vita delle persone.

Nel corso di questi mesi, viste le gravi sofferenze che registravamo e le continue

violazioni alle norme contrattuali compreso quelle del protocollo quadro, abbiamo cercato di interloquire con il provveditorato anche con azioni forti, onde stimolare quel necessario sentimento di confronto e di coscienza, indispensabile per farla uscire dal torpore che da mesi avvolge il provveditorato regionale della Toscana-Umbria, ma nulla sembra aver sortito dopo sei mesi dal suo insediamento vi è ancora il vuoto di idee e di progetti oltre ad una serie di questioni gravi mai risolte (presenza esterna e recupero dei 10 minuti).

L’azione responsabile, dalla lealtà di chi si trova a svolgere pro-tempore un incarico

pubblico, a tutti i livelli, deve naturalmente avere il coraggio di guardare la realtà senza filtri

di comodo, per poter governare il mondo penitenziario.

Chi le scrive oggi come organizzazione sindacale è una rappresentanza del nostro

paese e non ascoltarla, peggio ancora non riconoscerla sarebbe un gravissimo errore da parte sua.


Per tali ragioni, le comunichiamo che la UIL-PA Polizia Penitenziaria con il presente


atto, ritira formalmente la propria firma dal protocollo quadro in oggetto del 03.11.2020.


Nel darLe la nostra piena disponibilità al confronto le inviamo distinti saluti.