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AGGIORNAMENTO: IN ALLEGATO IL RISCONTRO DELLA DIREZIONE.

 

Prima che questa volta succeda, di nuovo, qualcosa di grave, è opportuno che le SS.LL. prendano debitamente coscienza di ciò che accade a Gorgona.

Premesso che, il personale in forza, effettivamente impiegabile, si è ridotto a 24 unità e nonostante ciò è intenzione dell'Amministrazione penitenziaria aumentare la presenza dei detenuti fino al massimo possibile, nel migliore dei casi sull’isola non sono presenti contemporaneamente, Comandante compreso, più di 15 unità.

Tra gli attuali detenuti ristretti e gli assegnati che arriveranno nei prossimi giorni, si raggiungerà una presenza che andrà oltre i 100 (la capienza massima tollerabile è di 140 avendo le celle tutte funzionanti). Tra l’altro, gli ultimi arrivati (oltre 40) sono tutti convinti che la loro assegnazione sia motivata dall’impiego lavorativo.

Ma, l'amara realtà è che, difficilmente, dal prossimo mese sarà possibile impiegare (anche per una sola ora al giorno) dai 30 ai 40 detenuti, un po’ per mancanza di fondi, un po’ perché non sono stati previsti progetti ad-hoc che giustificassero e anticipassero l’arrivo di questi ulteriori soggetti.

Quindi, sull'isola, in un contesto penitenziario privo di personale, privo di cinta muraria, senza un impianto di video sorveglianza funzionante, senza alcun tipo di protezione per il personale che vi opera, sarà presente un preoccupante numero di detenuti (almeno 40) costretto all'ozio, in un contesto che non offre nulla di alternativo al lavoro. L’unica condizione garantita sarà l’incattivimento oltre al patologico e nulla ci vieta di pensare che la rabbia potrebbe trovare sfogo su quei soggetti che, essendo presenti da tempo, escono quotidianamente dalla sezione detentiva per svolgere i loro compiti.

A ciò si deve aggiungere anche il fatto che i nuovi designati non sono più assoggettati alla selezione secondo le procedure che nel corso del tempo si sono standardizzate, ma tra di loro, assegnatimotu proprio dalla Direzione Generale dei detenuti, ci sono soggetti problematici, che in altri istituti si sono resi protagonisti di condotte violente. Emblematico è il caso di uno di essi, che solo pochi mesi fa, ha aggredito fisicamente un operatore penitenziario e per premio è stato mandato a Gorgona o l’aneddoto di quelli che, fatto estremamente nuovo per Gorgona, seguono cure a base di psicofarmaci, ecc..

Analizzata seriamente da chi conosce bene l’ambiente carcerario, la situazione, possiamo affermare, si è fatta veramente allarmante, tanto che sembra voglia assumere quella condizione che nel 2004 portò alla commissione di ben due omicidi nel giro di due mesi. La nostra speranza è che, anche questa volta, non vengano coinvolti operatori penitenziari.

La circostanza viene aggravata ulteriormente dagli inefficienti, talvolta mancanti, collegamenti con la terra ferma, considerato il fatto che cinque delle sei motovedette ormeggiate al porto non sono funzionanti, oltre ad un gommone di altura, inutilizzabile, fermo da mesi presso la Casa Circondariale di Livorno. Per di più, non passino inosservate le difficoltà causate dalle condizioni meteo-marine o la mancanza di carburante, che spesso anche a quella sola motovedetta a disposizione non permettono di salpare dal porto di Livorno.

Posto ciò, sicuri di aver resa un’adeguata valutazione delle condizioni lavorative, nonché di vivibilità dell’isola, seriamente compromesse dalla concausa di vari fattori, chiediamo alle SS.LL. solleciti ragguagli sulle strategie studiate e poi concretizzate per annoverare il carcere di Gorgona tra i fallimenti dell’Amministrazione penitenziaria.

In attesa, molti cordiali saluti.