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La scrivente Organizzazione Sindacale, ritiene che quanto stia avvenendo in questi mesi, presso la direzione fiorentina non sia mai capitato fin dalla sua apertura.

Nel merito, vi è un’insufficiente gestione del carcere, nonché presenza della Direzione verso i lavoratori. Un’assenza totale di relazioni sindacali, è preclusa finanche l’interlocuzione con l’ufficio delle relazioni sindacali, essendo sguarnito da diversi mesi, dell’unica unità addetta.

In questo quadro desolante, trova spazio a più riprese la violazione continua degli accordi decentrati sottoscritti, il 14.07.2016, di conseguenza la gestione del personale e dei servizi, è rimessa alla decisione di piccole compagini ormai immuni dal dover dar conto ad ordini superiori.

La situazione è avvilente, non solo per il mancato riscontro della corrispondenza sindacale, fatta di precise denunce, ma assistiamo anche a violazioni reiterate sulle norme che riguardano la sicurezza secondo quanto previsto dal D.lgs. 81/08.

Assistiamo, a una gestione approssimativa, quotidiana, della popolazione detenuta, talvolta personalizzata, rispetto all’ordinamento, oltre a continue aggressioni del personale e delegittimazione di esso, modifiche unilaterali di orari, mancata assegnazione del personale alle varie U.O. nei posti di servizio tuttora carenti, mancata autonomia delle Unità Operative, tutto ciò nonostante vi sono accordi vigenti.

E’ indubbio che la scrivente di fronte a tale stato di cose, sarà costretta ad avviare se non giungeranno segnali positivi, una serie di azioni finalizzate ad attivare i sistemi di garanzia che impegnerà la commissione regionale di garanzia per vari giorni, palesandosi altresì tale stato di condizione, come un’evidente condotta antisindacale, proprio perché a Firenze Sollicciano, manca a nostro avviso la volontà concreta soggettiva del rispetto delle regole contrattuali e pattizie.

In questi giorni si è avuta conoscenza di un fatto grave di alterco tra due poliziotti penitenziari (addetti al blocco ingresso) sfociato in lesioni personali, con necessità d’intervento arrivo di ambulanze, proprio a testimonianza del clima poco sereno che aleggia nella struttura fiorentina, poiché, sembrerebbe che tutto sia scaturito dall’organizzazione approssimativa dei servizi d’impiego e di regole certe nell’espletamento dei compiti oltre all’assenza di coordinamento.

Dopo l’evasione, una prima risposta concreta doveva essere quella di avere una dirigenza adeguata e presente per garantire una funzionalità dell’istituto, la quale doveva rasserenare, correggendo gli errori del passato, rispettando regole e norme.

Ora invece Firenze Sollicciano è diventato un’ arma di distruzione (psicologica) di massa, ed il personale vive in un’insicurezza stratificata.

L’essere, oppure il sentirsi, insicuri non è più solo un problema materiale, ma diviene qualcosa di simile a una colpa di cui farsi carico.

L’insicurezza, così come ogni debolezza, è in qualche modo ”colpevole”; E’ quotidiana, un’insicurezza profonda, non qualcosa che possa essere scongiurato con diversivi o gesti apotropaici, ma è anche qualcosa il cui carattere strutturale (epocale) viene facilmente dissimulato da risposte fittizie.

Proporre risposte all’altezza del problema non è facile, ma è intanto possibile denunciare quelle controproducenti come puntualmente cerchiamo di fare, perché e bene ricordarlo, che su Firenze Sollicciano fu aperto anche un tavolo permanente (DAP) che doveva risolvere le condizioni pessime della struttura e garantire la qualità di lavoro e di salute del personale dipendente.

Noi siamo quel sindacato che nel luglio 2013 ha portato con “LO SCATTO DENTRO” le bruttezze di Sollicciano e gli ambienti indecorosi ove il personale è costretto a lavorare, di conseguenza dopo quattro anni, possiamo affermare che pochissimo si è fatto ed ancora attendiamo che vengano istituite tutte le postazioni di lavoro del personale addetto alle sezioni detentive.

A noi poco importa delle beghe interne all’amministrazione, e le fratture che si consumano in vari fronti sia sanitario sia dell’associativismo no-profit, garanti e politica, perché vorremmo almeno che si materializzassero le promesse fatte.

A tutto ciò, concorre in aggiunta poi, l’immobilismo del provveditore regionale della Toscana-Umbria poiché anche li, regna ormai un’ autoreferenzialità che ha superato ogni limite e non si avverte più la sua presenza ovvero quella garanzia conforme al sistema che regola la pubblica amministrazione.

Alla luce di quanto sopra, la scrivente in primis chiede certezza di direzione e un quadro di comando diverso, segnale tangibile di vero cambiamento per il personale; viceversa, preannunceremo lo stato di agitazione del personale, se non verranno adottati immediati interventi risolutivi rispetto alle vertenze avviate in questi mesi.

Si resta in attesa di urgente riscontro e si coglie l’occasione per inviarle Cordiali Saluti.