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Il 2 Luglio 2013, la UIL dopo una visita all’interno del carcere di Firenze Sollicciano, tramite l’iniziativa a carattere Nazionale “lo scatto dentro” consultabile sul sito www.polpenuil.it denunciava lo stato della struttura penitenziaria più grande della regione.

Ora, in questi giorni, tanti si affannano a dichiarare le stesse identiche condizioni “ovvero le disumani e degradanti situazioni della struttura” ma nessuno richiama le reali responsabilità istituzionali e gestionali, ne notiamo da parte dell’amministrazione Penitenziaria interventi mirati alla ricerca delle responsabilità di chi ha consentito tali accadimenti.

Questa la denuncia del Segretario Regionale LAI Mauro della UIL PA Penitenziari Toscana. -Sottolinea il Dirigente della UIL PA Penitenziari – Sollicciano, manca di una progettualità costante nel tempo che guardi all’intero sistema carcere come ad es. l’impiego di un direttore titolare “part- time” che gestisce due Istituti distanti l’uno dall’altro circa 80 km. – ciò appare insensato, irragionevole, inefficiente, inefficace e non funzionale; l’amministrazione deve per prima procedere ad assegnare un Direttore fisso, vista la complessità del sistema da gestire e poi procedere alla riorganizzazione delle aree interne.

Il “fallimento” palese, se vogliamo, sta proprio nel sistema gestionale della struttura Fiorentina di Sollicciano, dove il refrain costante è quello dell’abisso tra domanda e diritti dei dipendenti ma anche degli stessi utenti e le non risposte di chi governa la struttura.

-Aggiunge Lai

Persino il sistema sanitario, non ancora adeguato al sistema pare condizionato dai miglioramenti, nonostante siano stati stanziati, importanti somme dagli Enti pubblici, Regione,. ecc. non riesce ancora ha fornire un servizio accettabile con continuo ricorso alle strutture sanitarie esterne dove non esistono ancora oggi camere di sicurezza per i detenuti piantonati.

– Continua Lai
Gli ingenti fondi spesi su Sollicciano in questi anni, se spesi in modo mirato per il risanamento

della struttura, avrebbero dovuto restituire una penitenziario vivibile, sicuro, dignitoso, mentre ancora oggi, assistiamo ad un processo regressivo di deterioramento dell’Istituto, fuori norma e che fa acqua da tutte le parti, non risponde più ai normali canoni di vivibilità e funzionalità – infatti si registrano da anni, luoghi fatiscenti, con continue infiltrazioni d’acqua nel soffitti in molti luoghi dell’Istituto, presenza di muffa, ecc. limitandone la funzionalità degli ambienti agli operatori; tanto che a nostro avviso, sarebbe meglio demolire un reparto per volta e riedificarlo – probabilmente i costi sarebbero inferiori agli interventi continui di emergenza con le pezze a macchia di “leopardo”.

–In conclusione, Lai afferma Lai la situazione è già di per se complessa fin quasi all’irrisolvibile ed è per questo che la Polizia Penitenziaria ed il personale del Comparto Ministeri, non accettano di lavorare in queste condizioni e chiedono maggiori interventi e soprattutto non accettano più la compressione dei diritti minimi lavorativi, taluni essenziali garantiti dalla costituzione che non possono essere messi continuamente in discussione.

E per questo ieri è stata inviata una lettera di denuncia ai vertici dell’amministrazione penitenziaria ove si preannuncia lo stato di agitazione se non si noteranno interventi immediati al fine di migliorare le condizioni di vivibilità ad ampio raggio.