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Non possiamo non introdurre le nostre dichiarazioni sull’inquinamento delle acque marine, di pochi giorni fa, con una denuncia sulla oscura e irragionevole immobilità dell’Amministrazione Penitenziaria di fronte ai rischi annunciati dalla delegazione UIL PA Polizia penitenziaria, che nella mattinata del lontano 10 luglio 2008 conduceva una visita ai luoghi di lavoro (arricchita con un reportage fotografico consultabile sul sito), dell’allora Casa di Reclusione di Gorgona - è quanto riferisce il Coordinatore territoriale Mauro Barile -. Avemmo modo, purtroppo, di toccare con mano molte delle questioni rimaste insolute da anni anche in ordine alla sicurezza pubblica, oltre che quella dei lavoratori; fu significante lo sgomento al verificare lo stato di manutenzione degli impianti energetici, nonché fognari e idrici. Ricordiamo – chiosa Barile - che davanti ai nostri occhi, come un flash, scorrevano immagini di un possibile disastro, possiamo spingerci fino a definirle riprese audiovisive di una probabile sciagura ambientale. Non esitammo ad allertare l’Amministrazione penitenziaria con la speranza di riuscire a scaturire il dovuto e tempestivo interesse per porre fine ai seri rischi cui potevano andare incontro gli operatori penitenziari, la popolazione detenuta e gli abitanti dell’isola. Immancabilmente, come è solita fare, l’Amministrazione penitenziaria – amareggiato sottolinea il dirigente sindacale - l’unica dimostrazione che ha saputo/voluto dare è stata quella dell’indifferenza. Un’indifferenza che ha portato al concretizzarsi degli effetti dei preannunciati pericoli. È di poche settimane fa – aggiunge la UIL - la visita effettuata al carcere-isola dai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, accompagnati dal Provveditore regionale e dal Direttore della Casa Circondariale di Livorno, e ciò fa sorgere seri dubbi sulla sua utilità, oltre allo sdegno, perché a quanto pare quella giornata trascorsa sull’isola sia servita solo per paventare proclami di un “fantomatico futuristico” circuito penitenziario, mentre l’isola continuava a lanciare messaggi di allarme! E dire che, in questi ultimi anni si sono susseguite varie ed interessanti proposte, dalle più rinomate aziende specializzate nel settore, dell’installazione di generatori di energia elettrica azionati dalla forza del mare, iniziando dall’isola d’Elba per poi arrivare alle isole di Capraia e Gorgona. Su quest’ultima, in particolar modo, - evidenzia l’esponente sindacale - la società toscana dell’energia elettrica si era anche offerta di costruire l’impianto a sue spese e ciò avrebbe permesso di ovviare all’utilizzo di quella decina di generatori alimentati a gasolio sparsi per tutta l’isola. Ma, la scelta scellerata dell’Amministrazione ha causato il versamento di un’ingente quantità di gasolio, misurata nell’ordine di migliaia di litri, nelle acque che bagnano l’isola. Le numerose richieste di chiusura del carcere-isola da parte della UIL PA Polizia penitenziaria avevano fondamento, diversamente a quanto è stato sempre sostenuto dalle “console di comando” che si trattava solo di politica sindacale, quasi come se noi della UIL provassimo gusto di fare “baccano”. Intanto, il disastro è successo ed ora più che mai - conclude il sindacalista - alziamo la voce per chiedere agli Organi competenti di ricercare, quanto più tempestivamente possibile, i responsabili di siffatti tragedia e l’adozione di ogni possibile azione giudiziale affinché vengano sanzionati in modo esemplare. 

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