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Carissimo Direttore,

a questa Organizzazione Sindacale risulta che la gestione amministrativa delle pratiche, di ogni ordine, relative al personale di Polizia Penitenziaria segua un modus operandi singolare, indisciplinato, talvolta curioso, rispetto alle previsioni delle norme che dovrebbero regolare i rapporti tra la Pubblica Amministrazione e il dipendente/cittadino.

Le segnalazioni che abbiamo raccolto dicono che alle istanze di godimento dei diritti avanzate dal personale (assistenza al coniuge, assistenza al figlio minore ammalato, ecc.), oltre al fatto che non sempre vengono assunte a protocollo, seguono comunicazioni delle decisioni della S.V. tramite fogli volanti, nella più totale informalità, “arricchite” da chiarimenti formulati a voce da chissà quali esperti in termini giuridici e questa dinamica un po’ ci ricorda il neologismo, tanto bizzarro quanto pertinente, di Ugo Tognazzi.

È opportuno ricordarLe che la Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’emanazione del c.d. “Codice di comportamento” ha regolato, non a caso, anche i rapporti che devono intercorrere tra i dirigenti e i dipendenti.

Le vorremmo rammentare, altresì, che il legislatore, proprio per scongiurare il libero arbitrio, con la promulgazione della Legge n°241/90 e successive integrazioni, ha prescritto regole univoche in materia di procedimento amministrativo, in tutte le sue fasi, a cui la P.A. deve attenersi per manifestare la propria volontà, dall’applicazione delle procedure e della forma di comunicazione all’individualizzazione, in particolar modo, del responsabile del procedimento e il sistema di partecipazione dell’interessato ai motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza, prima di emanare l’atto finale.

Alla luce di quanto rappresentato, è chiaro che dopo un ricorso accolto e la conoscenza delle normative a cui deve fare riferimento una Pubblica Amministrazione affinchè si muova nel rispetto dei principi della legalità e correttezza, invitiamo codesta Direzione a porre fine all’argomentato attuale esercizio delle pratiche burocratiche, impedendo che il perpetrarsi possa configurare illegittimità dell'azione amministrativa, ma anche reati come l’abuso d’ufficio.

Distinti saluti.